Getsemani
Scesa era la notte, nel Getsemani.
Dormivano gli animali e i figli di Dio.
Anche noi riposavamo, avvolti dalle tenebre.
Il sonno ingannatore ci sorprese lì
su quella terra d’ocra che prende e non restituisce,
che ci accoglie con le nostre debolezze e per ciò che siamo.
Bramavamo la luce. E ci siamo persi.
Eravamo fratelli.
Eravamo discepoli.
Eravamo insieme.
Che cosa accadde?
Non lo sappiamo.
Il freddo ci circondò prima che arrivassero le guardie.
Spalancammo gli occhi, benché esausti.
Chi vide il luccichio dell’oro,
chi sentì un dubbio crescere nel petto
e chi udì ancora, da qualche parte,
la risata della crudele Salomè danzante.
Alfine, cademmo per il più umano dei sentimenti.
Due volte il gallo cantò.
La sua melodia si levò sui nostri peccati e sulle nostre lacrime.
E fu allora che ci ritrovammo.
Eleonora Belfiore
Tutti i diritti riservati.
Copertina: Paul Gauguin, Cristo nel Getsemani (immagine di pubblico dominio presa da Wikipedia
Leggera la tua ode accarezza i sogni ancora sopravvissuti e però disincantata strappa il velo sulla nuda realtà, che ci sia coscienza della nostra natura.
Grazie Luigi. A presto <3
Getsemani: il luogo dell’abbandono, del silenzio di Dio. Tutti noi abbiamo un momento in cui la riflessione prende il sopravvento sulle nostre azioni. È quello il momento più catartico. Tutti dovremmo riconoscerlo.e farne tesoro
Proprio così. Hai colto l’essenza di questa poesia. Grazie <3