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Parole d’incanto e inchiostro simpatico – La kokeshi racconta

In un futuro lontano, apocalittico e senza speranza, la Terra, diventata un luogo ostile, è stata sostituita da Gaia. Le macchine hanno sostituito gli esseri umani deprivandoli di ogni ricordo e sentimento.

È su questo triste pianeta, dove piove perennemente, che vivono gli esseri pulsanti, strani individui cibernetici che hanno sostituito l’uomo. Esseri amorfi, programmati in tutto e per tutto da un sistema, enigmatica Eminenza Grigia oscura, Cuore Centrale. Ed è in questo universo che ricorda le atmosfere del film Blade Runner, che un giorno avviene l’inspiegabile. Un essere pulsante, Spinoza, inizia ad avvertire emozioni, sensazioni e l’attrazione o, chissà, l’amore, per una sua simile, Sèlène.

È da questa ambiziosa premessa che nasce e si sviluppa il libro “2972 – Un pianeta di pioggia” di Luigi Mollo, edito da Porto Seguro Editore. Un libro anomalo, intenso che, come nella miglior jam session, mescola sapientemente e in chiave personalissima generi letterari diversi, donando al lettore riflessioni di carattere metafisico di ampio respiro. I personaggi di questo romanzo inusuale sono sognatori, post-moderni Prometei che sfidano l’Autorità, per un nobile fine, essere raminghi che vivono in terre straniere e che sfidano con audacia il Destino.

Toccanti e lungimiranti le parole del protagonista di questa appassionante saga, che si presenta così, senza filtri ai lettori: “Il mio nome è Alexander Spinoza, abito in una delle piccole case tra i filari di uva e gli alberi bassi, quelle case tutte uguali di un colore tra il verde e il marrone come quella che vedete qui; potrei entrare in ognuna di esse e ritrovarmi a mio agio come fosse la mia. Nei programmi di
formazione ci hanno spiegato che, tantissimo tempo fa sulla Terra, la vita degli esseri prendeva inizio dall’unione fisica di due individui di sesso opposto, un uomo e una donna. Io potrei essere considerato l’equivalente di quello che una volta era un uomo, non so bene a cosa potrebbe somigliare
una donna. L’unione dei due esseri sembra culminasse nel concepimento di una nuova vita, il risultato dell’accoppiamento dei loro corpi. Sono capace di ripetere queste cose perché le ho sentite nei programmi di formazione, anche se non ne capisco bene tutti i termini. Non so come la mia esistenza abbia avuto inizio, ma non ha importanza. Dubito che io possa essere stato concepito in quel modo, se così fosse dovrei averne un segno sul corpo e invece niente: la mia pelle è liscia e senza imperfezioni.
La mia esistenza è nella pioggia, io faccio parte della sua essenza bagnata. Quella che esiste da noi è una pioggerellina fine e appiccicosa che tiene incollati i capelli sul viso e mantiene bagnati i vestiti. So di essere una entità trascurabile nell’universo e questo mi rassicura. Non ci sono altre persone negli spazi in cui vivo, nessuno si preoccupa di me tranne Cuore Centrale nonostante sia solo una voce. La
vita scorre calma e prevedibile in una logica tranquilla, non ho bisogno di niente di più di quel che ho. Non so quando terminerà la mia esistenza, non ho forse vissuto abbastanza perché debba finire oggi, ma quando questo accadrà non avrò rimpianti. Solo della pioggia e della nebbia son certo perché le conosco da sempre; esse ricoprono per intero il nostro pianeta. Il velo umido sul viso, il grigio nello sguardo,
le gocce di pioggia sulle spalle e sulle braccia
“.

In perenne bilico tra luce e ombra, le creature ivi descritti ci ricordano che ogni cosa ha un’anima. Un monito prezioso in questi tempi bui che stiamo vivendo.

Con una scrittura intensa, raffinata e viscerale, Luigi Mollo sembra rispondere o almeno provare a rispondere alle domande che da sempre ci attanagliano: “Chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo?”, lanciando un messaggio di speranza per un’umanità allo sbando, ma non ancora del tutto persa. Perché la forza dei sentimenti è erba tenace e sovversiva, che può salvare mille volte e per altre mille ancora scrivere un capitolo diverso.

Come scrive Enza D’Esculapio nella prefazione: “Intrecciando e declinando con perizia narrativa tre
visioni esistenziali divergenti tra loro: distopia, utopia ed entropia, lo scrittore ci trasporta in un lontanissimo futuro, quando il luogo del nostro presente sarà il pianeta Gaia e non più la Terra. In una retrospettiva narrativa dalla forte connotazione antropo-sociologica, l’autore pone il lettore di fronte a uno schermo su cui scorrono come in un film i drammi del vecchio mondo dai primordi ai più recenti: guerre, grandi e continue migrazioni da un estremo all’altro del globo, ripetuti crolli dell’economia mondiale, globalizzazione selvaggia, pandemie, denatalità e tanto altro. Gli “esseri pulsanti” di Gaia sottoporranno la Storia al vaglio di una critica fredda e meccanica in cui non c’è spazio per dubbi ed errori
“.

Un libro da leggere con attenzione.

Luigi Mollo nasce a Napoli dove si laurea in Sociologia con specializzazione in Antropologia culturale. Si trasferisce in Francia dove ricopre incarichi dirigenziali in un’importante agenzia aeronautica.

Personalità eclettica e curiosa, amante dell’Oriente e della buona musica, scrive per mitigare la nostalgia che da sempre lo accompagna e per esaltare il valore salvifico della letteratura.

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