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Grande attesa per “È sempe ‘a stessa storia”, il nuovo spettacolo della compagnia “I Mastacanà” che verrà messo in scena venerdì 16, sabato 17 e domenica 18 al Nuovo Teatro San Carluccio. La regia è affidata a Cristina Gentile.

Lo spettacolo inizia con un amarcord di Enzo Balzano, pilastro e anima della Compagnia  la cui voce suggestiva accompagnerà gli attori in un happening oltre il tempo e lo spazio, un tributo in grado  di coinvolgere immediatamente il pubblico. Musica ed emozione, ironia e tante risate, divertimento e riflessione sono sicuramente alcune delle parole che possono descrivere “È sempe a’ stessa storia”.

Nel momento in cui si è allargato il dibattito fra identità culturali e tradizioni popolari con la società del moderno e del post – moderno è importante salvaguardare le identità che affondano le loro radici nella storia e nella tradizione popolare. Sulla scorta delle antiche esperienze si tramanda così la forza creativa del folklore.  

Questo il cast: Paolo Bassano, Pia Castiello, Gaetano Continillo, Cristina Gentile, Daniela Iannaccone, Paolo Labrano, Caterina Magno, Lino, Ruggiero, Raffaele Russo e Salvatore Vitrone.

Contribuiscono alla riuscita dello spettacolo e alla macchina organizzativa: Mimma Caporaso, Vincenzo Gatto, Carlo e Simone Rinaldi.

“È sempe ‘a stessa storia” ha un’apertura e una chiusura che riportano in vita immagini di una Napoli che fu e che pur tuttavia persiste magicamente nella memoria collettiva. Nel primo atto verranno recitati brani tratti da “Così nacqui io”, lo spettacolo di Enzo forse più emblematico e introspettivo. Filo conduttore, l’inno alla vita, in tutte le sue complesse sfumature.

Nella seconda parte, tra canti e quadri si darà risalto al ciclo delle stagioni con i suoi ritmi e alle tradizioni popolari, immagini di un mondo che non possiamo e non vogliamo dimenticare.

Alle leggende si alternano canti di lavoro, preghiere, scongiuri e note d’amore per la donna amata, temi universali in ogni tempo e luogo. Con questa pièce teatrale, la Compagnia vuole suscitare nelle nuove generazioni curiosità e amore per la storia del nostro territorio e per culti fortemente evocativi come quello delle “Parenti di San Gennaro” che “si buttano carponi, respingendo con i piedi i vicini. Alcune piangono, implorando dal Santo la remissione dei peccati; altre urlano con cadenza strana di nenia orientale. Nella vasta Cappella del Tesoro, qua e là scoppiano singulti; molte si picchiano il petto; altre levano le mani giunte, in atto di fervente preghiera, verso il busto di San Gennaro“, proprio come affermava un cronista del XIX.

Questo spettacolo segna un traguardo importante per la Compagnia. Il gruppo è nato nel 1976 e da allora questa Compagnia si è fatta conoscere e apprezzare per la qualità dei suoi lavori.  La consacrazione definitiva è avvenuta nel 2013 quando gli attori hanno realizzato per il Museo del Tesoro di San Gennaro uno spettacolo dal titolo: “Napoli e San Gennaro: storia di un culto e di un rapporto speciale”, una kermesse che sembra muovere le trame invisibili del destino, un viaggio onirico tra sacro e profano.

Si sorride con tenerezza, con dolcezza, con una malinconia propositiva che ci spinge a fare e a sognare ancora. Come avrebbe voluto Enzo.

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