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È stato recentemente pubblicato un bel libro che racconta una storia che idealmente unisce tutti i Sud del mondo e che narra soprattutto del cammino delle donne per trovare il proprio “posto al sole”.  Ed è in una giornata di sole, non a caso, che inizia la trama di “Fuorbando”, romanzo di Clemy Scognamiglio edito da Dialoghi.  Alla fine dell’Ottocento, in un assolato pomeriggio d’aprile, un carro e cinque ragazze sconosciute irrompono nel silenzio di un piccolo borgo del Meridione. Inizia così un fitto mistero che la protagonista, Maria, svelerà̀ attraverso il racconto di esistenze struggenti. Un viaggio nella memoria storica in mondi paralleli, geograficamente distanti, tra profonde amicizie, sentimenti intensi e amori travolgenti, percorso nella identità̀ epocale di “quando i migranti eravamo noi”.

Ben scritto, con un ritmo serrato, nel romanzo si spazia dagli argomenti più prettamente storici a quelli del cuore, con un pizzico di realismo magico che caratterizza alcuni emblematici passaggi dell’opera. Suggestivo l’ incipit che richiama atmosfere quasi  fiabesche. Il titolo rimanda non soltanto a una delle pagine più oscure della nostra storia contemporanea, ma diventa metafora di una condizione umana universale perché siamo tutti esseri non convenzionali e in fuga.

 Clemy Scognamiglio firma così un’avventura che ci riporta alla fine dell’Ottocento, ma arriva dritta a noi, toccando argomenti di scottante attualità come la lotta delle donne per l’emancipazione e la piena libertà. Perché: “La libertà di una donna indipendente era come quella guerra taciuta nel nome; era vento che non sta scritto da nessuna parte. Era respiro di donne come lei. Era chi aveva convinto mostrando loro, fin da bambine, che fine fa una pecora senza un pastore”.

Oggi, per la rubrica “Parole di incanto e inchiostro simpatico”, la kokeshi intervista l’autrice del libro.

Clemy Scognamiglio è nata a Ercolano, in provincia di Napoli. Ha pubblicato Passi cigolanti (Altrerighe Edizioni, 2007); Le rabbie adulte (NeP Edizioni, 2010); Fin dove si scorge il mare (I Sognatori Edizioni, 2014); Qui e mai più lontano da qui (48, Rue de la Fontaine Edizioni, 2016). Il suo racconto Il fumo è stato inserito nell’antologia Hai da accendere? (Lab, 2008) mentre Prospettiva Nord fa parte della raccolta Cartoline da Napoli (L’erudita, 2023) e  Samba Saudade dell’antologia Cartoline Estive ( Giulio Perrone Edizioni, 2023)  Ha partecipato al collettivo Factory e a numerosi eventi letterari tra cui “Un libro per il Cinema” e “Il Maggio dei Libri”. Aderisce attivamente ai progetti culturali scolastici negli incontri organizzati per gli eventi legati al MIUR: “Libriamoci”, “LibriamociaScuola”, “Parole O_Stili”.

Ciao Clemy, parlaci un po’ della tua ultima fatica letteraria. Come nasce l’idea di questo romanzo? Partiamo dal titolo, così incisivo ed emblematico.

Ciao , Eleonora, grazie per questa  bellissima introduzione e per l’invito a parlare del mio ultimo romanzo, Fuorbando, che hai così, magnificamente, introdotto.

Ti dirò subito che scriverlo per me è stata  un ‘avventura appassionante, un vero viaggio  nella memoria e nel passato, perché la vicenda, ambientata  nell’800, è  immersione in atmosfere,  usi e  linguaggi  dell’epoca, mescolati tra realtà e finzione.

L’idea nasce dalla elaborazione di quanto indicato nel titolo, “Fuorbando”, atto che riferisce agli effetti del decreto emanato contro la lotta al brigantaggio: la legge Pica, che  prevedeva proprio l’istituzione di tribunali speciali e liste di proscrizione contro la lotta al brigantaggio nel meridione d’Italia. La vicenda spazia tra fiction e caratterizzazione degli eventi storici prendendo in prestito la vita dei personaggi nel tentativo di snaturare l’aridità di una data, mostrandone il vissuto “reale” ,così da consentirne  l’immedesimazione.     

Come nasce la tua passione per la scrittura e quali consigli ti senti di dare a chi sta iniziando questa straordinaria avventura artistica?

Scrivere è, ormai, parte di me, proprio come lo sono il carattere, l’aspetto o la voce.

La spinta creativa a  dare vita a storie immaginate  è sempre stata un ‘esigenza chiara, ma,  da dove origina, è un mistero anche per me.  Rappresenta l’ emozione totale, la  stessa, appagante, che provo ancora e che proverò sempre a ogni storia conclusa, a ogni pubblicazione e per provarne  servono stupore,  studio,  passione, umiltà, curiosità, lealtà, empatia,  capacità che abbiamo tutti e soprattutto  ricordare che, niente di questo,  è replicabile tecnicamente.

Alle macchine, noi forniamo dati conosciuti, ma non possiamo rendere l’ imprevedibilità,  la cruciale singolarità della nostra specie, dove ogni sistema di sostituzione umana fallisce, inclusa l’ intelligenza artificiale.  L’uomo ha sempre saputo trovare ausili e facilitatori tecnici,   dalla clava,  alla ruota e al recente computer,  agevolazioni, ma non sostituti, appunto. Ogni possibilità di replicare davvero l’unicità del genere che rappresentiamo è ipotesi d’artificio, finora fallimentare,  per fortuna.     

Precisione storica, ritratto psicologico dei personaggi ed un pizzico di realismo magico. Sono solo alcuni degli ingredienti fondamentali della tua, personalissima, ricetta letteraria. Qual è il tuo approccio al “romanzo storico”, come lo hai rielaborato e  quali sono stati i tuoi riferimenti imprescindibili?

E’ un  periodo storico molto  dibattuto, come facevi precisamente notare, perciò assai  interessante da un punto di vista sociale e politico, specie se guardato  nell’eccezionalità degli eventi , l’ Unità d’Italia lo è stata senza dubbio, così  il profilo di formazione tra cittadino e Stato, tra  giustizia e diritto, è tema antico, fragile e delicato ,allo stesso tempo,  persino contemporaneo.  Andare all’origine di certi mali sociali vale a cercare di capirli, non serve condannare o revisionare la Storia secondo una lente moderna, perchè l’operazione sarebbe anacronistica e sterile. Sono le ragioni e gli stati di fatto a poter fornire una risposta interessante sotto il profilo delle analisi, valide nell’eventuale rimedio.   

Ovviamente, essendo Fuorbando un romanzo e non un saggio storico, nel narrato intervengono  vicende di fantasia a costruire i personaggi che, seppure  in psicologie e realtà diverse, sono uniti tutti da una sola costante: la passionalità, lo slancio di questa nel superamento degli eventi e tra intrecci, colpi di scena, verità e ipotesi,  un velo di magia  si rende necessario ai dati fin troppo crudi e realistici, tali quelli storici.  In quegli spazi si insinua  la speranza struggente,  tra i numeri di quelle date che non potranno prendersi la libertà di  raccontarla e qui che  il Realismo Magico interviene  trasformandola in una preghiera umanissima  mentre  la realtà si dimostra, intorno, davvero troppo, molto, aspra.

A volte, l’uomo e la sua immaginazione possono essere il  salvifico soprannaturale valido persino per curarsi da se stessi.

Che cosa ti senti di dire alle altre donne in questo momento così difficile e quali sono gli insegnamenti delle tue eroine, che compiono, tutte e ciascuna a modo suo, uno straordinario percorso di formazione e di crescita?

Le vicende femminili prendono atto da un  fuorbando metaforico, quanto rende le protagoniste attrici e non subenti. Nel romanzo assumono vita in storie di  migranti, di lavoratrici, di anime ribelli o anche remissive, in una sola parola sono donne che prendono sulle proprie spalle la conseguenza di un fardello epocale, di una messa all’indice,  di un “tetto di vetro” o quanto rappresenta un’ ingiustizia ottusa, prima che paradossale. Perché è in nome di una diversità concepita, ma invisibile, che, nel romanzo,  giustifica l’attuazione di crimini e di una posizione subalterna che non concede alle donne alcuna libertà, né rispetto, dall’infanzia alla morte.

Il vero dramma, però,  è che tutto questo tiene conto che, a parlarne oggi, non appare anacronistico. Certo, non riferiamo di quelle vicende specifiche del romanzo, ma anche solo il percepire di fastidio che, in taluni, suscita l’argomento, rimanda a quella forma di inconcepibile sottomissione che sminuisce un dramma. Non possiamo più  ammettere generalizzazioni, sottovalutazioni e , intanto,  vale  la pena  ricordare che l’ abbandono di campo per ogni azione  intrapresa da una donna, non apparterrà mai alla natura femminile, per cui restando coscienti che è un cammino lento,  un percorso difficile, riusciremo  a perseguirlo fino al suo epilogo.       

C’è qualche altro periodo storico che ti affascina e che ti piacerebbe approfondire?

Mi piace  ogni viaggio al centro della memoria, la Storia è  così affascinante  nel racconto  dei mutamenti sociali, un resoconto che ci appartiene, indispensabile a mostrarci quanto, consapevolmente o meno, ne  siamo satelliti: “Chi saremo noi, senza il nostro passato” è, appunto, la frase di  John Steinbeck che, umilmente,  ho preso in prestito e che fa da apertura di ” Fuorbando”.  La trovo esaustiva e magnifica.    

Ultimo libro letto e che consigli?

I libri sono come la musica, ognuno conosce la propria scala armonica ascendente. Più che suggerire si può consigliare di provare a leggere, in questi difficili tempi, autori che  sappiano parlare alle coscienze e riferibili a un solo nodo cruciale: protezione dell’ umanità,  importanza della memoria, riflessioni sulle capacità e scelte  individuali e collettive. Perché, noi siamo capaci di fare miracoli, a volte, contro ogni demone che scende in campo con il suo carico di oblio. Perciò,  consiglio Marquez, Borges, Saramago, Falcones, Duras, tutti grandi autori dalla scrittura fulgida, che non hanno certo bisogno di presentazioni.

Personalmente,  sul comodino, in cima alla mia pila, mi aspetta l’ultimo dono ricevuto a Natale, Paul Auster, Baumgartner e una preghiera: teniamo stretti chi ci regala libri, perché regala mondi di generosità inestimabile.

Vuoi ricordare ai lettori i prossimi appuntamenti di “Fuorbando”?

Sì, questo Gennaio 2024 raccoglie un impegno piuttosto intenso per Fuorbando. Ricordo due appuntamenti dal vivo: il primo è una presentazione artistica che effettueremo , io e il giornalista Luigi Basile,  assieme a una coppia di ballerini di tango, Loredana Lo Calzo e Raffaele Lorenzo,   il 20 Gennaio,  ospiti  della  Rassegna d’Arte organizzata dal comune di Saviano ( Napoli), presso il Palazzo Allocca;  il secondo, il 24 Gennaio, a Telese Terme (BN)  per i Mercoledì Letterari indetti dalla prestigiosa Fondazione Romano.

Incrociamo le dita,  incontrare lettori  e continuare a confrontarmi su questo romanzo, è per me, onore e gioia rinnovata.

La domanda di rito: progetti editoriali in divenire?

Con Fuorbando ho sperimentato le gioie e i dolori dello spin sequel. Gli intrecci chiedono molta cura e attenzione,  un costante rimando alla verosimiglianza, sono minuzie che costituiscono una vera e propria sfida letteraria.  Confesso che mi ha popolato molte notti durante la creazione del plot, talvolta facendosi così serrate che non si sono arrese neppure al sorgere dell’alba.  Qualche personaggio mi ha convinta a lasciare la sua vicenda  lievemente  in ombra,  magari proprio per proseguirne, in aspetto individuale tale  da prenderlo in esame come protagonista  in un romanzo futuro. Vedremo, lo spero.    

Grazie Clemy per il tuo tempo e per questa bella intervista. Ad maiora!

Grazie a te, Eleonora. E’ un bellissimo regalo e un privilegio indiscusso essere letta e intervistata da una autrice del tuo calibro. Ne sono onorata, grazie.

Ad maiora, sempre,  alle stelle , ai sogni rinnovati, a noi e a voi che in questo momento ci leggete,  grazie di cuore.

Clemy Scognamiglio

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