Che dire, di solito è sempre periglioso fare i bilanci. Pur tuttavia, ogni tanto, la vita ti sorprende e in positivo. Presso la libreria “Raffaello”, si è svolto il primo evento culturale organizzato dalla kokeshi blu, il mio funambolico sito. Spero che questo sia il primo di una lunga serie. L’ho inaugurato presentando un libro che è un tributo ai miei amatissimi anni Ottanta e che racconta una storia attuale, “Armando e il segreto dello scudetto” del giornalista Giuseppe de Silva, edito da Scritto.io. Non è “attuale” soltanto perché si parla di calcio e di scudetto tra le sue pagine leggiadre, ma lo è soprattutto perché si celebra l’amicizia, quella che resta, malgrado le geometrie del Fato. E si parla di palpiti. C’è spazio per le tematiche più impegnative e per quelle, invece, più amene. Insomma, tra le righe di questo romanzo corsaro scorre l’esistenza, in continuo divenire, tra luci e ombre, con quella costante malinconia che è tipica dei fiori di ciliegio, la cui caducità ci ricorda non la morte, ma il valore di ogni singolo istante e la necessità, per ognuno di noi, di rendere epico questo (nostro) tempo.
I mesi e le settimane che precedono il primo, epico, scudetto del Napoli, conquistato nella ruggente primavera del 1987, sono solo un pretesto, gradevolissimo, per riportare nero su bianco, e come avrebbero cantato i REM, il variopinto scenario della Vita.
“Armando e il segreto dello scudetto”, andando per aneddoti, suggestioni, frammenti di verità e di sorniona menzogna letteraria, offre ai lettori un sorriso, un ricordo, una riflessione, in bilico tra ieri e oggi, sogno e realtà. Ognuno ritroverà il suo campione, il suo Maradona, il suo scudetto, la sua vittoria e la sua disfatta, il batticuore della prima cotta.
Ho moderato tanti incontri, è vero, ma questo è stato diverso perché ho condotto una ciurma di colleghi senior e perché non è stata semplicemente una presentazione, ma un happening. Imprevedibile e e suggestivo. Ho avuto l’onore di avere in sala amici del calibro di Ottavio Lucarelli e Enzo Colimoro e, ancora, Peppe Varriale, mio compagno di (dis)avventura e collega, nomi importanti, persone che danno, con slancio e generosità, un contributo importantissimo al mondo della cultura e del giornalismo. E poi, ho ritrovato al mio fianco l’amico Paolo Di Petta, scrittore e ingegnere. E mica era facile guidare un gruppo di maschietti… Ma, devo dire, dal faceto al serio, che sono stati meravigliosi e bravissimi, sempre “sul pezzo”, brillanti e arguti. Ringrazio tutti coloro che hanno partecipato a questo evento, dal profondo del cuore. Ognuno ha reso speciale questo “battesimo professionale”. Un grazie anche ai colleghi che mi hanno supportato, rendendo possibile la rassegna stampa e che hanno dato retta e amorevole attenzione a “questa piccola penna” (chi l’avrebbe detto, verrebbe da dire con un sorriso dolceamaro, il passato è davvero uno spietato carceriere e la vita, di sovente, gli tende la mano. Altre ancora, invece…) Infine, un grazie speciale all’ultima ruota del carro dell’editoria per antonomasia (battuta malefica e infingarda), agli autori che ci regalano storie fantastiche e, nello specifico, al collega Giuseppe de Silva. W i libri scritti bene.
La kokeshi è cresciuta e vi aspetta per nuove, sordide, avventure. Disagiate, rutilanti, colorate, bellissime. Ma sempre altamente professionali. Adesso facciamo sul serio. Regalando, però, un sorriso.
Ai posteri l’ardua sentenza.
Saluti nipponici.