Sono passati vent’anni dalla scomparsa di Austin Forte, un nome che ancora echeggia nelle note e nei cuori di chi ha avuto il privilegio di ascoltarlo e conoscerlo. Musicista, autore di numerose canzoni di successo e affermato pittore, ha lasciato un lascito artistico e morale prezioso.
Così, il 21 maggio, presso l’associazione culturale Humaniter, sita a piazza Vanvitelli, si è svolto un importante incontro celebrativo, nell’ambito del Salotto Striano, con la conduzione dell’attrice teatrale Liliana Palermo, ultima moglie di Austin. Il pubblico, caloroso, ha assistito a un amarcord accorato e struggente. Durante l’evento, sono stati condivisi, ricordi, racconti, curiosità e video delle sue celebri esecuzioni musicali: da “Summertime” a “Foglie Morte”, da “Stardust” a “Ciliegie Rosa”. Ospiti i cantanti Luca Nasti, Imma Russo (mezzo soprano) accompagnata dal chitarrista M° Patrizio Chianese e Rosy Botti. Suoni, grafica e filmati sono stati a cura di Gaetano Siviero.
Artista raffinato ed eclettico che ha saputo trasformare il suo strumento prediletto in un’estensione dell’anima, è un uomo che ha vissuto con intensità e dedizione la sua arte e la sua vita privata.
Nato a Orsogna (Chieti) e trasferitosi dopo poco a Napoli, Austin Forte mostrò sin da giovane una predilezione naturale per la musica. La sua famiglia, appassionata di jazz e musica classica, influenzò profondamente il suo percorso. Il padre, Alberto, era professore di trombone al teatro San Carlo di Napoli e Austin studiò la tromba già in tenerissima metà. I suoi maestri lo consideravano, giustamente, un enfant prodige. Debuttò alla “Bussola” di Viareggio e proprio qui, nel 1959, fu indetto il concorso tromba d’oro al quale l’artista partecipò. Lo vinse per quattro anni consecutivi e da allora il soprannome “Tromba d’Oro italiana”, che lo ha accompagnato per tutta la vita. In quello stesso anno, iniziò una collaborazione artistica con Roberto Murolo, destinata a durare negli anni.
La sua abilità nel combinare sonorità tradizionali con innovazioni personali lo ha reso presto un punto di riferimento nel panorama italiano. Nel 1961 vinse il Festival di Napoli con la canzone “Credere” cantata da Nunzio Gallo e da Milva e nello stesso anno “Canzonissima” con “Sedici anni”, interpretata da Nunzio Gallo.
Lo chiamavano il “trombautore” per le sue musiche e arrangiamenti, un termine che lo faceva sorridere ma che gli piaceva. Brillante, istintivo e autoironico, erano celebri le sue battute sagaci ma sempre bonarie. Un giorno, alla domanda di un giornalista, in occasione di una sua personale di pittura, che gli chiese se avesse deciso di lasciare la musica per occuparsi della pittura, rispose: “Mai! Sono stato abbandonato da tre donne. Dicevano che amavo la tromba più di loro. È vero, io dormo con la tromba. Per me è una missione totale!”
Negli anni ‘70, Austin continuò a collaborare con importanti artisti distinguendosi per il suo modo di interpretare ogni nota come se fosse un racconto. Ma fu nel decennio successivo che il suo nome divenne sinonimo di eccellenza, portando la tromba italiana a livelli mai visti prima, che gli valsero riconoscimenti e consensi in tutto il mondo. Il poliedrico artista ha infatti composto canzoni di rara bellezza, dando vita a collaborazioni solide e feconde. Non solo quelle già citate con Roberto Murolo e con Nunzio Gallo, ma anche con Mario Abbate, Maria Kelly, solo per citare alcuni nomi. Ha partecipato a prestigiose trasmissioni televisive, interagendo con Maurizio Costanzo, Renzo Arbore, Raffaella Carrà.
Parallelamente, Forte coltivava la passione per la pittura, sviluppando uno stile personale che mescolava surrealismo e astrattismo. Le sue opere, spesso caratterizzate da colori vivaci e forme dinamiche, riflettevano la stessa intensità emotiva presente nelle sue canzoni, creando un ponte tra due mondi espressivi. Mise in piedi anche una galleria d’arte nella centrale P.zza Carità, il “Centro d’Arte A.F.22”, a lungo importante punto di riferimento per i giovani. Ha esposto all’Hotel Hilton di New York e in numerose città italiane tra cui Milano “Galleria Montenapoleone”, Roma “Galleria Fidia” e “La Marguttiana”.
Nonostante il successo, mantenne un carattere riservato. La sua vita privata, tumultuosa ma sempre appassionata, fu avvolta da un’aura di mistero, ma chi lo conosceva bene sa che dietro il musicista di fama si nascondeva un uomo ironico, dalla grande sensibilità e profondità umana, con le sue fragilità ma anche con i suoi immensi slanci altruistici.
Come scrisse una volta sua moglie, l’attrice Liliana Palermo: “Mi ha salutato con una battuta scherzosa quella notte, come era nel suo stile ed io mi sono addormentata sorridendo, la mattina seguente era in coma: emorragia cerebrale invasiva. E’ morto quello stesso giorno, il 26 maggio”.
Era il 2005.
Nel 2015, in occasione del decennale della sua scomparsa, presso il complesso monumentale di San Domenico Maggiore venne consegnata a Liliana una targa, per meriti artistici e per aver reso grande Napoli in Europa e nel mondo, dall’allora sindaco Luigi de Magistris e dall’assessore alla cultura, Gaetano Daniele.
Oggi, a vent’anni dalla sua scomparsa, questo nome è ancora simbolo di passione, dedizione e amore per l’arte, in tutte le sue sfumature. Vivendo sempre con audacia e coraggio.
Ciao, Austin. La tua musica vive per sempre.